Con il Decreto 18 del 2023 sono cambiate le responsabilità per quanto riguarda la gestione della qualità dell’acqua negli stabili. Quali novità ha introdotto il decreto? Quali sono i nuovi oneri? E in che modo si adempie alle nuove prescrizioni?
Prima del Decreto Legislativo n. 18 del 2023, la gestione della qualità dell’acqua in condominio era un tema poco chiaro, con responsabilità spesso confuse. Ora, però, la normativa ha fatto chiarezza, assegnando all’amministratore un ruolo centrale nella tutela della salute dei residenti.
Ma quali sono i doveri dell’amministratore? Vediamolo insieme.
Cosa cambia con il D.Lgs. 18/2023?
In passato, il gestore idrico era responsabile della qualità dell’acqua fino al contatore, mentre all’interno del condominio non vi erano obblighi specifici per l’amministratore. Ora, invece, con il nuovo Decreto Legislativo 18/23 l’amministratore diventa il “gestore della distribuzione interna”, assumendo la responsabilità per la qualità dell’acqua dal contatore ai rubinetti di ogni appartamento.
Quali sono le nuove responsabilità dell’amministratore?
In sostanza, l’amministratore deve garantire che l’acqua erogata all’interno del condominio sia:
- Potabile: Deve rispettare i requisiti stabiliti dalla legge per poter essere consumata senza rischi per la salute;
- Salubre: Non deve presentare contaminazioni o alterazioni che possano comprometterne la qualità;
- Sicura: L’impianto idrico deve essere ben mantenuto per evitare perdite o rotture che possano disperdere acqua o contaminarla.
Cosa deve fare l’amministratore per adempiere ai suoi obblighi?
Per assolvere correttamente al suo nuovo ruolo, l’amministratore può mettere in atto diverse azioni:
- Effettuare periodiche analisi dell’acqua: è consigliabile far prelevare campioni di acqua nel condominio e inviarli a un laboratorio specializzato per le analisi chimiche e microbiologiche. La frequenza dei controlli dipenderà da diversi fattori, come le caratteristiche dell’impianto e la qualità dell’acqua erogata dal gestore;
- Ispezionare regolarmente l’impianto idrico: è importante verificare lo stato delle tubature, dei serbatoi e di tutte le componenti dell’impianto per individuare eventuali criticità che potrebbero compromettere la qualità dell’acqua;
- Intervenire tempestivamente in caso di problemi: Se dalle analisi o dalle ispezioni dovessero emergere anomalie, l’amministratore dovrà attivarsi per risolvere il problema il prima possibile, adottando le misure correttive necessarie;
- Informare i condomini: è fondamentale tenere i residenti informati sulle attività svolte per la gestione della qualità dell’acqua e sui risultati delle analisi. Questo consentirà di aumentare la trasparenza e la collaborazione all’interno del condominio.
Come gli amministratori possono prepararsi al nuovo ruolo?
Per assumersi al meglio le nuove responsabilità, gli amministratori possono:
- Partecipare a corsi di formazione specifici: Sono disponibili corsi dedicati alla gestione della qualità dell’acqua in condominio, che permettono di acquisire le conoscenze e gli strumenti necessari per svolgere correttamente il proprio compito;
- Consultare esperti: in caso di dubbi o necessità di assistenza, è possibile rivolgersi a professionisti specializzati in materia di gestione idrica e qualità dell’acqua;
- Avvalersi di strumenti tecnologici: esistono software e piattaforme online che possono aiutare gli amministratori a gestire in modo efficiente le attività relative alla qualità dell’acqua, semplificando la pianificazione dei controlli, la registrazione dei dati e la comunicazione con i condomini.
Conclusioni
La nuova normativa sulla qualità dell’acqua in condominio rappresenta un passo importante per la tutela della salute pubblica. L’amministratore, assumendo il ruolo di “gestore della distribuzione interna”, ha la responsabilità di garantire che l’acqua erogata sia sicura e salubre. Per adempiere a questo compito in modo efficace, è fondamentale acquisire le conoscenze e gli strumenti necessari, avvalendosi anche della collaborazione di professionisti e di strumenti tecnologici.
Autore
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“Avvocato già iscritto all’Albo presso l’Ordine degli Avvocati di Torino. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Torino con tesi in materia di Big Data e rispetto del Regolamento Europeo per la protezione dei dati personali (GDPR). Specializzato in diritto della privacy, diritto penale e responsabilità civile”.
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