Acqua in condominio: indagato l’amministratore di condominio per omicidio colposo da legionella

Tra gli indagati per la morte di una donna, a causa di legionella, a Sulmona, c’è anche un amministratore di condominio. Cos’è successo? Scopriamolo.

Nelle case Ater di Sulmona una donna di 64 anni è deceduta per aver contratto la legionella. Nel processo – tutt’ora in corso – oltre al responsabile di Ater e al titolare dell’impresa, è indagato l’amministratore di condomonio per omicidio colposo da legionella.

Dopo l’entrata in vigore del Decreto 18, del 23 febbraio 2023, è uno dei primi casi in cui l’amministratore di condominio viene chiamato a rispondere in sede penale.

Morte da legionella in condominio: perchè è indagato l’amministratore di condominio?

L’amministratore di condominio è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo, poichè dalla documentazione redatta dall’ASL per la Procura, è emerso che il contagio da legionella fosse dovuto alla presenza del batterio con positività oltre diecimila nel lavabo e nella doccia. 

Ciò che la procura contesta all’amministratore di condominio è la mancata sostituzione  dei terminali, dell’esecuzione dello shock termico nonché della pulizia dei filtri, a causa di mancati controlli periodici sulla qualità delle acque come prescritto dal Decreto 18 del 2023. 

Decesso da legionella: cosa rischia ora l’amministratore?

L’amministratore di condominio, in seguito all’iscrizione nel registro degli indagati per omicidio colposo da legionella, ora rischia la reclusione da 6 mesi a 5 anni. 

Spetterà ora alla Procura indagare sulle responsabilità dell’amministratore di condominio. Già nei mesi precedenti un’altra persona era stata peraltro contagiata da legionella all’interno dello stabile, pur non verificandosi il decesso. 

I rischi connessi al mancato controllo delle acque nei condomini possono essere molto elevati per la salute di chi vi abita e comportare pesanti conseguenze in sede civile, amministrativa e penale, in capo all’amministratore di condominio.

Ricordiamo infatti che in base a quanto previsto dall’articolo 1130 del codice civile, l’amministratore di condominio  è tenuto ad assicurare il sicuro godimento delle cose comuni , tra cui rientra l’impianto idrico del condominio e in base all’articolo 5  comma 3 del Decreto Acque, in quanto gestore della distribuzione idrica interna, è tenuto a garantire che i valori di parametro stabiliti dal decreto,   rispettati nel punto di consegna, siano mantenuti nel punto di utenza (cioè rubinetti e docce).

Eseguire controlli periodici, come previsto dal nuovo Decreto Acque, garantisce di monitorare costantemente l’acqua e l’eventuale presenza di batteri nocivi. Conformare il condominio al decreto non è un’opzione, ma un obbligo previsto dalla legge, per salvaguardare la salute dei cittadini. 

Autore

  • “Avvocato già iscritto all’Albo presso l’Ordine degli Avvocati di Torino. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Torino con tesi in materia di Big Data e rispetto del Regolamento Europeo per la protezione dei dati personali (GDPR). Specializzato in diritto della privacy, diritto penale e responsabilità civile”.

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