Tutela della riservatezza e adempimenti degli amministratori di condominio rappresentano un binomio ricco di insidie che possono sfociare in una violazione della riservatezza dei condòmini. Lo ha ribadito, ancora una volta, la Suprema Corte con la pronuncia dell’ordinanza n. 29323 del 7 ottobre 2022.

Nel caso specifico, il ricorso riguardava il trattamento illecito dei dati personali e la richiesta di risarcimento del danno presentata contro l’amministratore di condominio. Il Tribunale di Bari aveva respinto le richieste del condòmino, sostenendo che non era stata dimostrata in modo sufficiente la connessione causale tra l’evento accaduto e i danni lamentati. Inoltre, il tribunale aveva ritenuto che l’esposizione dei dati personali nella bacheca condominiale non rappresentasse un rischio sufficiente per giustificare la richiesta di risarcimento.
Tuttavia, la Suprema Corte ha rilevato che il trattamento dei dati personali contestato era effettivamente ingiustificato e non rispettava i principi di pertinenza e non eccedenza. È emerso infatti che la convocazione dell’assemblea era già stata comunicata tramite altri mezzi, come email, PEC e raccomandate. Pertanto, l’affissione sulla bacheca condominiale non era necessaria per informare i condomini convocati e rappresentava un trattamento dei dati personali superfluo.

In merito al rischio di fruizione dei dati personali da parte di terzi, la Corte ha confermato che la semplice possibilità di consultare i documenti esposti al pubblico e accessibili a un numero indefinito di persone era sufficiente a giustificare la richiesta di risarcimento del condòmino.
La Corte ha anche precisato che per i danni non patrimoniali, come la violazione della riservatezza, è possibile una prova presuntiva, tenendo conto della natura immateriale del bene tutelato. Ciò significa che l’ampiezza delle norme che proteggono il diritto alla riservatezza consente di presumere l’esistenza del danno, a condizione che la gravità e la serietà del danno siano contestualizzate e bilanciate con i principi di solidarietà e tolleranza della lesione minima.
Alla luce di ciò, la Suprema Corte ha rinviato la causa al Tribunale di Bari, con una diversa composizione, affinché riesamini la questione in conformità con quanto stabilito nell’ordinanza. Questa decisione della Corte sottolinea l’importanza di garantire la tutela della riservatezza dei condòmini e di adottare precauzioni adeguate nel trattamento dei loro dati personali da parte degli amministratori di condominio.

Affidarsi a un professionista specializzato nella privacy per adeguare i condomini alla normativa vigente
Alla luce della pronuncia della Suprema Corte evidenziata nell’articolo, è fondamentale che gli amministratori di condominio prestino attenzione alla tutela della riservatezza dei condòmini e si adoperino per conformarsi alla normativa vigente sulla privacy. Affrontare correttamente le questioni legate alla gestione dei dati personali e agli adempimenti in materia di privacy richiede competenze specifiche e una conoscenza approfondita delle leggi e dei regolamenti applicabili.
Per evitare rischi di violazione della riservatezza e le conseguenti richieste di risarcimento danni, gli amministratori di condominio dovrebbero seriamente considerare l’opportunità di avvalersi della consulenza di un professionista specializzato nella privacy. Questi esperti saranno in grado di fornire orientamento e assistenza nell’adeguamento dei condomini alla normativa sulla privacy, garantendo la corretta gestione dei dati personali e l’implementazione delle misure di sicurezza adeguate.
Un professionista specializzato nella privacy potrà supportare gli amministratori di condominio nella valutazione dei rischi connessi al trattamento dei dati personali, nell’elaborazione di politiche e procedure interne, nella redazione di informative privacy chiare ed esaustive, nonché nel garantire la corretta protezione dei dati attraverso misure tecniche e organizzative adeguate.

In un’epoca in cui la protezione dei dati personali è un tema di crescente importanza e in cui le normative sulla privacy si fanno sempre più stringenti, gli amministratori di condominio non possono permettersi di trascurare questo aspetto cruciale. Affidarsi a un consulente specializzato nella privacy consentirà loro di adottare un approccio professionale ed efficace nella gestione dei dati personali dei condòmini, riducendo il rischio di violazioni della riservatezza e di potenziali conseguenze legali.
Investire nella consulenza di un professionista della privacy rappresenta quindi un passo importante per garantire la conformità normativa e la protezione della riservatezza dei condòmini. Prendere sul serio questa responsabilità è essenziale per costruire una relazione di fiducia con i condòmini e per evitare potenziali sanzioni finanziarie e reputazionali.
Autore
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“Avvocato già iscritto all’Albo presso l’Ordine degli Avvocati di Torino. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Torino con tesi in materia di Big Data e rispetto del Regolamento Europeo per la protezione dei dati personali (GDPR). Specializzato in diritto della privacy, diritto penale e responsabilità civile”.
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