Gli obblighi dei condòmini e dell’amministratore, alla luce degli orientamenti del Garante della privacy
Le procedure legate alla gestione condominiale possono essere complesse, soprattutto quando coinvolgono obblighi fiscali nei confronti del Comune. In alcuni casi, errori amministrativi possono generare problemi significativi per i condòmini. Questo articolo analizza un caso concreto in cui un amministratore ha trasmesso autonomamente una denuncia Tarsu (ex TARI) per un inquilino che aveva già provveduto a farlo, causando una doppia notifica al Comune.
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ToggleChi deve presentare la dichiarazione Tari, l’inquilino o l’amministratore?
L’inquilino è il soggetto primario responsabile della presentazione della dichiarazione Tari al Comune. Tuttavia, generalmente il regolamento comunale prevede che, in caso di inadempienza, l’amministratore possa agire in via sostitutiva per garantire il corretto calcolo e versamento della tassa.
In questo caso specifico, un condomino aveva già trasmesso la denuncia al Comune di Milano. Nonostante ciò, l’amministratore del condominio ha inviato un’ulteriore dichiarazione senza verificare preventivamente l’avvenuto adempimento, causando così una duplicazione.
Che conseguenze si generano in caso di doppia dichiarazione Tari?
Una doppia dichiarazione presso gli uffici comunali può portare alla notifica di più avvisi di pagamento riferiti allo stesso periodo e immobile. Nel caso in esame, il condominio ha ricevuto due richieste di pagamento per la stessa posizione tributaria. Questo errore ha comportato un disagio per l’inquilino e un potenziale contenzioso con l’ente comunale.
La pronuncia del Garante della privacy
Secondo l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, l’amministratore ha violato il principio di correttezza nel trattamento dei dati. In base a tale principio infatti – oggi previsto dall’articolo 5 del GDPR – il trattamento dei dati deve avvenire secondo correttezza. Questo implica che l’interessato non può essere ostacolato nell’esercizio dei diritti che gli sono riconosciuti dalla legge. Nonostante fosse lecito trasmettere i dati al Comune in caso di inadempienza, l’amministratore avrebbe dovuto verificare con maggiore scrupolo l’effettivo mancato adempimento dell’inquilino, evitando così dichiarazioni duplicate.
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Autore
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“Avvocato già iscritto all’Albo presso l’Ordine degli Avvocati di Torino. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Torino con tesi in materia di Big Data e rispetto del Regolamento Europeo per la protezione dei dati personali (GDPR). Specializzato in diritto della privacy, diritto penale e responsabilità civile”.
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