Nuove analisi sui consumi energetici, innovazioni e privacy. Anche il condominio sarà presto influenzato dai nuovi sviluppi tecnologici e dalle novità legislative. Scopriamo in che modo.
Anche il condominio è destinato a risentire dell’impatto che l’Intelligenza Artificiale sta portando nella nostra società, andando a creare una vera e propria rivoluzione in ogni ambito della nostra vita.
In questo articolo mi concentrerò in particolare sui nuovi sistemi basati sull’Intelligenza Artificiale che all’interno del condominio riescono a porre in essere analisi predittive accurate sui consumi energetici, tali da ottimizzare il consumo di energia e suggerire miglioramenti per l’efficienza.
Intelligenza Artificiale e consumi energetici: tra GDPR e Ai Act anche il condominio è destinato ad essere coinvolto nell’evoluzione normativa europea, causata dallo sviluppo frenetico delle nuove tecnologie.
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ToggleL’AI Act: il futuro alleato del GDPR in condominio
L’evoluzione irrefrenabile che l’Intelligenza Artificiale sta dimostrando, ha fatto sì che le istituzioni europee siano state chiamate a dover porre in essere in tempi celeri una regolamentazione di questo fenomeno, che pur apportando grandi soluzioni e innovazioni alla nostra società, rischia di creare pesanti ripercussioni sociali, anche con riferimento alla privacy.
Volendo rimanere sul tema del condominio, è chiaro infatti come strumenti che incrociando i dati, riescono a compiere delle analisi predittive per ottimizzare i consumi energetici, rischiano e di violare fortemente la privacy dei condòmini, essendo potenzialmente in grado di rilevare i consumi del singolo, potendo mettere in evidenza le ore del giorno e della notte in cui all’interno di una stanza del proprio appartamento il condomino consuma più energia e rischiando così di far emergere indicazioni sui suoi comportamenti privati e sulle sue abitudini.
Appare quindi necessario anche nel mondo del condominio normare questi aspetti. Ma per farlo il GDPR non basta, o meglio non basta più. E fa molta impressione considerando che la sua entrata in vigore risale al 2018, cioè solo 5 anni fa. La tecnologia accelera in maniera costante e anche la legislazione è costretta ad evolversi con essa.
Il GDPR, il cui testo risale al 2016, non prevede infatti dei criteri per stabilire le categorie di rischio delle innovazioni basate sull’Intelligenza Artificiale. In suo aiuto arriva così l’AI Act.
L’AI Act infatti prevede 4 categorie di rischio: minimo, basso, accettabile e inaccettabile. Quando l’AI Act sarà entrato in vigore in Italia, l’amministratore davanti a sistemi di questo tipo dovrà compiere una valutazione che possa definire il livello di rischio che presenta l’innovazione e dopodichè attivarsi per la redazione della DPIA (valutazione del rischio), prevista dal GDPR.
Condominio e AI: nessuna innovazione, senza minimizzazione
Per quanto, come ho detto in precedenza, in riferimento agli assetti strutturali e organizzativi il GDPR possa da certi punti di vista, considerarsi già superato, indubbiamente i principi da questo sanciti servono però da pilastro e cardine per la legislazione del futuro.
Il principio di minimizzazione di cui all’art. 5 del GDPR diventa infatti il punto di riferimento centrale per tutti i nuovi sistemi di Intelligenza Artificiale che si affacceranno alla nostra società in generale e più nello specifico al mondo del condominio.
Perchè infatti un sistema come quello dell’analisi predittiva sui consumi possa essere conforme alla tutela dei diritti delle persone è necessario che i dati raccolti da questo siano essenzialmente quelli funzionali a porre in essere valutazioni volte all’ottimizzazione dei consumi energetici in condominio, impedendo l’utilizzo di sistemi che possano rivelare informazioni sulla vita privata dei condomini.
Solo un utilizzo di questi sistemi basato sul rispetto della persona potrà far sì che un domani l’Intelligenza Artificiale divenga una risorsa per i condòmini e non una minaccia. Davanti a un’evoluzione così dirompente della tecnologia e della normativa, diventa più che mai fondamentale per gli amministratori essere costantemente aggiornati e intraprendere specifici programmi di formazione che possano farli restare al passo con i tempi.
Autore
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“Avvocato già iscritto all’Albo presso l’Ordine degli Avvocati di Torino. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Torino con tesi in materia di Big Data e rispetto del Regolamento Europeo per la protezione dei dati personali (GDPR). Specializzato in diritto della privacy, diritto penale e responsabilità civile”.
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