Quanto dura il mandato dell’amministratore di condominio: tutto quello che devi sapere

Scopri come funziona l’incarico dell’amministratore condominiale e cosa succede in caso di revoca o dimissioni.

L’amministratore di condominio è una figura cruciale per la gestione delle questioni condominiali. La durata del suo mandato, il rinnovo e la nomina di un nuovo amministratore in caso di cessazione dell’incarico sono disciplinati dal Codice Civile, in particolare dall’articolo 1129 comma 10. Esaminiamo insieme i dettagli e vediamo come applicarli nella pratica.

Quanto dura l’incarico di amministratore di condominio?

L’incarico dell’amministratore ha una durata pari a un anno e si intende automaticamente rinnovato per un altro anno salvo diversa decisione dell’assemblea. Questa previsione normativa garantisce continuità nella gestione condominiale, evitando interruzioni improvvise. Tuttavia, il rinnovo non è automatico nel senso assoluto: i condòmini possono decidere di non confermare l’amministratore attuale e nominarne uno nuovo.

Immagina un condominio con 20 unità immobiliari. L’amministratore, nominato a gennaio 2024, ha il mandato fino a dicembre dello stesso anno. Se l’assemblea non prende alcuna decisione specifica entro dicembre, l’incarico si rinnova automaticamente fino a dicembre 2025. Tuttavia, se entro dicembre 2024 i condòmini decidono di sostituire l’amministratore, sarà necessario convocare un’assemblea per deliberare la nomina del nuovo amministratore.

Cosa succede se l’amministratore si dimette o viene revocato?

In caso di dimissioni o revoca dell’amministratore, l’assemblea condominiale ha l’obbligo di nominare un nuovo amministratore. Questo passaggio è fondamentale per assicurare la corretta gestione del condominio, specialmente per gli atti urgenti o per il mantenimento dei rapporti con fornitori e istituzioni.

Supponiamo che l’amministratore di un condominio rassegni le dimissioni a luglio 2024. L’assemblea deve essere convocata tempestivamente per nominare un sostituto. Se non si raggiunge un accordo immediato, il condominio rischia di trovarsi senza una figura di riferimento per la gestione ordinaria e straordinaria, esponendosi a disagi o ritardi nei pagamenti e nella manutenzione.

L’assemblea può decidere liberamente sulla revoca?

Sì, ma è importante ricordare che la revoca dell’amministratore deve avvenire secondo le regole previste dal regolamento condominiale e dal Codice Civile. Se l’amministratore commette gravi irregolarità, l’assemblea può revocarlo senza attendere la scadenza naturale del mandato. Tuttavia, anche in questo caso, l’assemblea deve provvedere contestualmente alla nomina di un nuovo amministratore per evitare periodi di vuoto gestionale.

Quali sono le conseguenze legali del mancato rinnovo?

Se l’assemblea non delibera il rinnovo e non nomina un nuovo amministratore, il condominio potrebbe trovarsi in una situazione di irregolarità amministrativa. In questi casi, uno o più condomini possono rivolgersi al tribunale per richiedere la nomina giudiziale di un amministratore, con conseguenti costi e tempistiche dilatate.

L’articolo 1129 comma 9 del Codice Civile regola in modo chiaro la durata e il rinnovo dell’amministratore di condominio, assicurando stabilità e ordine nella gestione condominiale. Tuttavia, una corretta pianificazione e un dialogo costante tra i condòmini sono essenziali per prevenire problemi e ritardi nella nomina di un nuovo amministratore. Rivolgersi a un avvocato esperto in diritto condominiale può fare la differenza nella gestione delle situazioni più complesse.

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Autore

  • “Avvocato già iscritto all’Albo presso l’Ordine degli Avvocati di Torino. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Torino con tesi in materia di Big Data e rispetto del Regolamento Europeo per la protezione dei dati personali (GDPR). Specializzato in diritto della privacy, diritto penale e responsabilità civile”.

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