Un recente rapporto di Federprivacy evidenzia gravi lacune nell’applicazione delle normative sulla videosorveglianza in Italia, con il 92% dei sistemi che non rispetta il GDPR. Un problema crescente che coinvolge sia aziende che privati, e che mette in luce la necessità urgente di maggiore consapevolezza e formazione per proteggere la privacy dei cittadini.
La videosorveglianza è un tema che tocca da vicino non solo le aziende e i negozi, ma anche molti condomini e privati cittadini che, in cerca di sicurezza, scelgono di installare impianti audiovisivi. Tuttavia, la protezione della privacy è un aspetto fondamentale che non può essere trascurato, eppure il rapporto pubblicato da Federprivacy in collaborazione con Ethos Academy ci offre una visione preoccupante della situazione attuale in Italia.
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ToggleLe regole da rispettare: il GDPR e le indicazioni del Garante
Secondo la normativa europea GDPR (Regolamento UE 2016/679), l’installazione di sistemi di videosorveglianza deve seguire procedure precise. Un aspetto cruciale è l’informazione degli interessati: la presenza di telecamere deve essere comunicata chiaramente, attraverso un doppio livello di informazione. Prima, un cartello sintetico (“area videosorvegliata”) deve essere posizionato all’ingresso delle zone monitorate. Poi, una seconda informativa più dettagliata deve contenere tutte le informazioni richieste dal GDPR, per esempio sul trattamento dei dati e i diritti degli interessati. È fondamentale che le immagini registrate siano conservate per il tempo strettamente necessario (7 giorni in condominio) e che non vengano diffuse a terzi.
Nel caso di impianti privati, ad esempio nelle abitazioni o nei condomini, le regole sono altrettanto stringenti: le telecamere devono inquadrare solo le aree di proprietà dell’installatore, evitando di riprendere spazi comuni o di terzi, come i vicini. dati raccolti devono inoltre essere protetti da adeguate misure di sicurezza.
Le norme da conoscere: diritto del lavoro e altre regole per la videosorveglianza
La videosorveglianza, inoltre, è regolata anche da altre leggi, come la Legge 300/1970, meglio conosciuta come Statuto dei Lavoratori, che stabilisce restrizioni nell’utilizzo di impianti audiovisivi sui luoghi di lavoro. Il datore di lavoro, infatti, non può installare videocamere senza un accordo con le rappresentanze sindacali o, in mancanza, senza l’autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro. Questo è anche il caso del condominio, che è tenuto per il tramite dell’amministratore, a comunicare all’Ispettorato del lavoro competente la presenza di un sistema di videosorveglianza, laddove via un custode.
Inoltre, è importante ricordare che la videosorveglianza non corretta può comportare gravi violazioni della privacy e conseguenze anche di carattere penale, in particolare nel caso di interferenze illecite nella vita privata. Ad esempio, riprendere la casa di un vicino per estorcere informazioni o immagini private è un reato punito severamente.
Lo stato dell’arte in Italia: I dati del rapporto Federprivacy
Il rapporto di Federprivacy, basato su un’indagine condotta su un campione di circa 2.000 persone, fotografa una realtà preoccupante: il 92% dei sistemi di videosorveglianza non rispetta le normative del GDPR. Pochissimi esercizi pubblici (solo l’8%) forniscono un’informativa adeguata sulla videosorveglianza, mentre la maggior parte non espone nemmeno il cartello che avvisa della presenza delle telecamere, o lo fa in modo incompleto e impreciso. Solo il 46% dei progettisti e installatori di impianti sembra consapevole dei rischi legati alla privacy, con un evidente gap di formazione sul tema.
Un dato allarmante riguarda anche la nomina del Data Protection Officer (DPO) nelle aziende: in particolare nel sud Italia è risultato che solo il 3% delle aziende italiane ha un DPO, e appena il 15% dei professionisti ritiene importante approfondire la materia della privacy.
Privacy: un percorso di sensibilizzazione urgente
Questi dati evidenziano una carenza di consapevolezza e di applicazione delle regole in materia di videosorveglianza e privacy nel nostro Paese. Le normative sono chiare, ma la loro implementazione e il rispetto delle stesse sono ancora troppo spesso trascurati. In questo scenario, è fondamentale un impegno collettivo per promuovere la formazione continua, sensibilizzare le aziende, i professionisti e i privati cittadini, e rafforzare l’applicazione delle leggi da parte delle autorità competenti.
In sintesi, se gestite impianti di videosorveglianza in un condominio o in un contesto privato, ricordate che il rispetto della privacy non è facoltativo: è una responsabilità legale che, se trascurata, può avere gravi conseguenze.
Autore
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“Avvocato già iscritto all’Albo presso l’Ordine degli Avvocati di Torino. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Torino con tesi in materia di Big Data e rispetto del Regolamento Europeo per la protezione dei dati personali (GDPR). Specializzato in diritto della privacy, diritto penale e responsabilità civile”.
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